Che cos’è la Nudge Theory e come si applica al contesto della formazione e dello sviluppo organizzativo?
Il concetto di nudge (traducibile in italiano con “spintarella gentile”, come quando tocchiamo con il gomito un nostro interlocutore, indicandogli una direzione da seguire) è stato inizialmente teorizzato e definito nelle scienze comportamentali, nella teoria politica e nell’economia, e ha guadagnato popolarità a seguito dell’assegnazione del premio Nobel per l’economia a Richard Thaler, che ha dedicato diversi studi e saggi proprio a questo argomento.
La teoria descrive come sia possibile, attraverso rinforzi positivi e suggerimenti indiretti, influenzare il comportamento e il processo decisionale di gruppi o individui.
In termini più semplici e diretti, il nudge è una spinta delicata verso la giusta direzione, una sorta di suggerimento-guida, che conceda alle persone l’opportunità di compiere una scelta verso comportamenti virtuosi, non tanto per paura di evitare multe o sanzioni, quanto perché, comportarsi bene diventa “più facile” alla luce di condizionamenti positivi.
Come si declina il nudge nella formazione?
Nel contesto dell’apprendimento e della formazione, queste “spintarelle” possono essere fornite tramite e-mail e documenti, attraverso una piattaforma di gestione dell’apprendimento (LMS) o anche grazie a piattaforme specifiche e dedicatealla esclusiva gestione dei suggerimenti e feedback.
Un bell’esempio di questo approccio e di come abbia favorito un cambiamento culturale interno all’azienda sono stati i corsi “sussurrati” di Google.
L’idea alla base di questi corsi è che i partecipanti non abbiano bisogno di un’ulteriore sessione in aula per ricordare e applicare ciò che sanno già, quanto piuttosto di un “sussurro all’orecchio” da parte del loro manager: un semplice suggerimento (seguendo la metafora, il “sussurro”), che il destinatario può provare ad applicare nella propria attività.
Come Izidoo, applichiamo la teoria del nudge e i suoi principi in tutti i progetti Sicuri per mestiere®, un protocollo studiato e applicato in diverse industries (edilizia, GDO alimentare, trasporti, manutenzioni), con l’obiettivo di ridurre drasticamente gli incidenti dovuti a comportamenti a rischio, attraverso la reciproca osservazione dei lavoratori e la condivisione di una serie di rinforzi e feedback positivi a fronte dell’osservazione di comportamenti corretti.
Come provare a utilizzare la Nudge Theory nel tuo prossimo progetto di formazione
Proponiamo quattro spunti da provare a seguire, se vogliamo applicare la teoria del nudge nelle iniziative di apprendimento di un’organizzazione.
- Rendi i nudge personalizzati e visivamente intuitivi
Un’esperienza di apprendimento noiosa o visivamente poco attraente o intuitiva non coinvolgerà i partecipanti con efficacia.
Per questo è importante utilizzare approcci didattici che semplifichino la comprensione e il ricordo dei contenuti condivisi attraverso i nudge. Personalizzare l’intera esperienza e le spintarelle aumenterà le possibilità di riuscita dell’attività formativa.
- Individua il momento giusto e più adatto
I nudge devono essere resi disponibili quando sono più necessari, ad esempio durante il supporto alle prestazioni nel flusso di lavoro, come rinforzo a intervalli prestabiliti o come avviso a un collaboratore di una prossima scadenza importante. Una spinta prematura e troppo anticipata, molto probabilmente, sarà poco efficace e quindi inutile.
- Mantieni il contenuto ridotto
Il microlearning è una delle strategie didattiche più efficaci utilizzate per creare e fornire “spintarelle”: iI nudge deve essere diretto e breve per aiutare la retention dei contenuti trasmessi. È in questa fase che la progettazione del microlearning è cruciale e aiuta il successo dell’esperienza di apprendimento.
- Richiedi e sollecita il feedback dei tuoi interlocutori
È sempre una buona idea raccogliere il feedback dei partecipanti ad un corso sull’intera esperienza, in modo da poter apportare modifiche pertinenti e magari introdurre i giusti nudge nei progetti successivi.