Un tradizionale adagio popolare recita: “Sbagliando si impara”. Vediamo insieme alcune delle strategie per la progettazione formativa che possiamo attivare, partendo da questo assunto.
Ci sono diversi modi in cui l’errore può aiutare l’apprendimento. In questo articolo ci concentreremo su una specifica pratica formativa: aprire una sessione di formazione proponendo ai partecipanti compiti per i quali non sono pronti.
Vediamo insieme perché proporre in formazione compiti per i quali i partecipanti non dispongono di tutte le conoscenze o le competenze necessarie possa essere una scelta vincente e come farlo.
Affrontiamo l’ignoto creativamente
Aprire la formazione con un compito nuovo e sfidante ci permette come formatori di dare un primo taglio caratteristico all’intervento formativo che stiamo realizzando.
In questo senso, il fattore di successo della nostra esperienza che vogliamo condividere è che la formazione è un luogo in cui si può sperimentare ed essere creativi, sia dal punto di vista del partecipante che del formatore.
Il focus non è sull’outcome negativo dell’errore e sulle sue conseguenze, ma sul processo creativo che può innescare.
L’errore non è visto come elemento da evitare, sanzionare o criticare, ma come fattore di stimolo e di partenza per costruire soluzioni e risorse nuove.
Infine, la sorpresa e l’entusiasmo generato da queste sfide creano un maggiore coinvolgimento personale e rendono la formazione “memorabile” per chi partecipa.
I primi obiettivi che ci poniamo come formatori all’inizio di un percorso sono:
- accendere la curiosità dei partecipanti sull’argomento, stimolando il desiderio di esplorare e apprendere.
- valutare le risorse dei partecipanti, incoraggiandoli a riconoscere e attivare le competenze che già possiedono.
- collaborare con il gruppo per definire gli obiettivi formativi, creando un senso di responsabilità condivisa.
- fornire un’anteprima delle competenze che saranno in grado di acquisire al termine del percorso, ispirando fiducia e motivazione.
Usare al meglio l’errore in formazione: tips&tricks
Bilanciare la sfida in base all’audience
Se è vero che un compito troppo semplice riduce il coinvolgimento, è vero anche che un compito troppo difficile può produrre frustrazione e scoraggiamento nei partecipanti. In caso di difficoltà eccessive, alcuni partecipanti potrebbero essere indotti a rinunciare, o potrebbero sentirsi tentati di adottare un approccio simile a quello scolastico, in cui la risoluzione del problema è interamente affidata al docente “esperto”.
Alcuni stratagemmi relativi a questo primo punto di attenzione sono:
- bilanciare (o ribilanciare) lo scarto tra le risorse già in possesso dai trainee e quelle necessarie per l’esecuzione del compito;
- proporre esercizi di gruppo per favorire la condivisione di conoscenze;
- infine creare esercizi che possano essere risolti con diversi gradi di dettaglio.
Debriefing
Una volta accesa, la curiosità non dovrebbe essere lasciata spegnersi. Il formatore deve riuscire a mantenere vivo l’interesse dei partecipanti, da una parte valorizzando le risorse e i risultati del gruppo nell’affrontare un compito difficile, dall’altra proponendo a stretto giro soluzioni, alternative di maggiore dettaglio o integrazioni.
Alcuni stratagemmi relativi a questo secondo punto sono:
- far seguire ad un compito difficile un momento di debriefing (essenziale), nel quale i singoli o i gruppi condividano con il gruppo classe i propri risultati e/o il processo di soluzione;
- un momento di feedback curato dal docente, che integra il lavoro svolto dai partecipanti e lo connette con gli obiettivi formativi generali e specifici del corso e/o del modulo;
- un momento di discussione aperto ai partecipanti, per domande e approfondimenti.
Aprire una sessione formativa proponendo ai partecipanti compiti per i quali non sono pronti è solo uno dei modi possibili di usare l’errore a scopo didattico.
Se ben progettata e condotta questa scelta ripaga sia in termini di coinvolgimento dei partecipanti creando esperienze formative memorabili, che promuovendo la capacità delle persone nelle organizzazioni di affrontare le nuove sfide in modo riflessivo e creativo.