Il microlearning sta imponendosi come strategia per l’auto-formazione
Che cos’è il microlearning? Perché è diventato uno dei trend più importanti nella progettazione didattica degli ultimi anni?
Quale importanza riveste nel cosiddetto lifelong learning?
Proviamo in questo articolo a fornire qualche spunto di riflessione ed approfondimento.
Il microlearning (detto anche bite-sized learning, ovvero “apprendimento a piccoli bocconi”, espressione che possiamo rendere in italiano con la traduzione “in pillole”) è un approccio didattico focalizzato sul processo di granularizzazione delle unità di apprendimento.
In sostanza, ci si concentra sulla creazione di unità di contenuto “piccole” e assolutamente autoconsistenti.
Proprio la brevità, la leggerezza e lo sforzo ridotto in termini di tempo di fruizione da parte dell’utente sono i fattori utili a capire perché il microlearning sia emerso come trend della formazione.
Una ricerca Elucidat del gennaio 2022 ha evidenziato che la durata media del tempo che un partecipante può dedicare alla formazione in autonomia è di circa 8 minuti! Per questo è evidente che un’impostazione progettuale basata su contenuti agili e di ridotto tempo di fruizione rende possibile rispondere all’esigenza di apprendere in maniera continua, sfruttando il digitale e la consultazione da dispositivi mobili.
Micro-contenuti
L’idea alla base del microlearning è che, più le unità di apprendimento sono brevi e dettagliate, più rimangono facilmente impresse nella mente del discente/partecipante, che può farle proprie con maggiore facilità.
Quello su cui si pone attenzione è dunque l’uso di molteplici tipologie di contenuti, detti “micro-content”.
Che cosa intendiamo con questo termine? Si tratta di podcast, blog, wiki, testi trasmessi attraverso sistemi di messaggistica, foto, grafici, testi, video, post sui social (Linkedin, Facebook, Twitter i più adatti per questo scopo), file audio e qualsiasi altra tipologia di contenuti multimediali – purchè siano brevi (diciamo con una durata media compresa tra i 5 e i 10 minuti circa), e semplici, diretti e puntuali.
Inoltre, i contenuti devono focalizzarsi su un unico oggetto, essere self-contained (ovvero essere autoconsistenti, includendo anche le strutture e i metadati che li organizzano) ed essere indivisibili: per la loro dimensione, perderebbero di significato se fossero scomposti.
Un ultimo importante aspetto riguarda la loro indicizzazione web: devono possedere la cossiddetta “addressability”, ossia essere indicizzati da un permalink univoco associato ad ognuno di essi. Un buon esempio è il DOI, il sistema di indicizzazione usato per le pubblicazioni accademiche online, simile all’ISBN dei libri.
Ricercabilità e riutilizzo come fattori di efficacia
Proprio questa ultima caratteristica, la cosiddetta addressability, permette ai micro-contenuti di essere consultati ed utilizzati in modalità “on demand”, ovvero a richiesta.
Ciò che rende il micro-learning efficace, dunque, è anche il fatto che i soggetti possano decidere in completa indipendenza ed autonomia quando avviare il processo formativo, potendo controllarne la durata e sfruttando anche momenti ridotti altrimenti dedicati ad altro.
Il micro-learning viene ampiamente utilizzato nell’e-learning, in contesti d’uso differenti: sia come pillola formativa in percorsi di training aziendale o di aggiornamento professionale, sia come strumento per lavorare sulle skills, hard e soft.
La sua applicazione, come complemento della didattica in aula o come cardine in percorsi di digital learning, offre la possibilità di strutturare percorsi di apprendimento innovativi e agili, in linea con la prospettiva di apprendimento continuo (lifelong learning) che accompagna le organizzazioni odierne.
Vantaggi dell’approccio microlearning
La fase di progettazione del processo di formazione è sempre cruciale e tenere conto dei bisogni dei destinatari, del tempo a disposizione e del contesto di fruizione restano i punti chiave di ogni progetto.
Certamente però, progettare in microlearning comporta alcuni vantaggi dal punto di vista della creazione dei contenuti e da quello di chi li fruirà:
- sono consultabili “on demand” durante l’esecuzione di task specifici, magari nuovi, per risolvere problemi o rispondere a dubbi (supporto alla performance);
- nascono per essere perfettamente compatibili con la fruizione da mobile;
- i contenuti sono facilmente aggiornabili, senza toccare l’architettura complessiva;
- possono essere fruiti in momenti della giornata “ridotti”, senza un grande impegno temporale e senza una pianificazione impegnativa;
- sono assemblati secondo la logica dei building blocks, i mattoncini per costruzioni dei bambini, per creare percorsi su misura.
Quali contesti e quali destinatari per il microlearning
Proprio per le sue caratteristiche strutturali e specifiche, i contenuti realizzati con metodologia microlearning sono molto efficaci per il reperimento di informazioni puntuali, specialmente nella formazione tecnica e specialistica. Pensiamo ad esempio ad un percorso tecnico in cui è possibile esplodere un argomento e affrontarlo in modo dettagliato, “uscendo” per un momento dal learning path definito e affrontando un approfondimento mirato.
Per quanto riguarda invece la tipologia e la lunghezza dei contenuti, il microlearning viene apprezzato e utilizzato molto dalle nuove generazioni presenti nel mondo del lavoro, in particolare per la sua facilità di accesso tramite dispositivi e piattaforme digitali.
Il microlearning è nei fatti un complemento importante per il mondo della formazione odierna, affiancandosi a percorsi più strutturati e fornendo elementi conoscitivi che supportino forme di apprendimento più esperienziali.