Che cosa intendiamo con tecnologie immersive per la formazione?
I primi mesi di quest’anno sono sicuramente stati caratterizzati dall’incremento di interesse e domande intorno ai temi del “metaverso“, l’universo digitale frutto dell’unione di molteplici elementi tecnologici tra cui video, Realtà Aumentata (AR) e Realtà Virtuale (VR): ma che cosa intendiamo con tecnologie immersive per la formazione?
Come spesso accade, è importante anzi tutto definire però i termini, talvolta utilizzati impropriamente ed in modo confuso, rispondendo alle domanda: “Qual è la differenza tra AR e VR?”
La Realtà Aumentata: il mondo virtuale “entra” nel reale
L’AR, acronimo di Augmented Reality, aggiunge e sovrappone alcuni elementi digitali a quelli del mondo reale, “aumentandone” le informazioni contenute.
Un esempio chiarissimo e molto noto di AR è il gioco Pokémon GO.
Sintetizzando, la Realtà Aumentata mantiene il mondo reale al centro, ma lo completa con altri dettagli digitali, apportando nuovi strati di percezione e arricchendo l’ambiente circostante con diverse informazioni sovrapposte al campo visivo.
L’AR, in sostanza, integra elementi multimediali nello spazio fisico, consentendo agli utenti di vivere un’esperienza interattiva unica. Grazie a dispositivi mobili tecnologici come smartphone, tablet, visori e head-mounted display (HDM), è possibile osservare elementi virtuali nel contesto reale ed interagire con essi.
La Realtà Virtuale: il mondo virtuale in cui “entrare”
Con la VR (Virtual Reality) cambia il punto di vista: la VR crea un mondo totalmente nuovo ed esclusivamente digitale, che non esiste in nessun altro luogo fisico.
In sostanza, si tratta di un ambiente che riproduce un mondo digitale tridimensionale in modo da apparire reale e da far provare all’utente esperienze totalmente nuove e immersive. Ciascun utente può muoversi liberamente nello spazio virtuale, che viene creato utilizzando tecnologie hardware e software.
La Realtà Virtuale cerca di essere completamente immersiva e di “ingannare” i sensi, inducendo a pensare di trovarsi in un ambiente diverso rispetto a quello reale. Usando un visore o una cuffia, è possibile sperimentare un mondo di immagini e suoni generati dal computer, nel quale poter toccare oggetti usando controller tattili.
La Realtà Mista: fusione completa di elementi del mondo reale e di quello digitale
Fino a poco tempo fa, AR e VR, benché caratterizzate da tratti in comune, erano considerate inconciliabili per le loro caratteristiche e differenze intrinseche.
Da qualche tempo però si sta affermando il concetto di Realtà Mista (Mixed Reality, MR) che proviamo a definire partendo da un esempio. Immaginiamo di essere il giocatore di un videogioco sviluppato in VR, nel quale ad un certo punto sia possibile afferrare un oggetto (per esempio, una bottiglia d’acqua) del mondo reale con un guanto collegato alla VR. La bottiglia viene correttamente interpretata, renderizzata e utilizzata poi per compiere un azione all’interno del gioco virtuale: il confine tra immaginazione e realtà diventa davvero sottile.
Nella Realtà Mista, puoi interagire e spostare elementi e ambienti, sia fisici che virtuali. La MR offre la possibilità di avere una parte del nostro corpo (un piede, un braccio…) nel mondo reale e l’altro in un luogo immaginario, abbattendo i concetti base di realtà e immaginazione, offrendo così un’esperienza realmente immersiva e coinvolgente, in grado di cambiare il modo in cui oggi lavoriamo ed apprendiamo.
Come cambia la formazione grazie a AR, VR e MR?
È del tutto evidente che queste nuove soluzioni abilitanti incrementano ulteriormente il ruolo e le potenzialità della tecnologia a servizio dell’apprendimento. Per chi partecipa ad esperienze di questo tipo, è possibile “entrare in un ambiente” e viverlo davvero, immersivamente, come se fosse reale.
Ma è altrettanto evidente che queste tecnologie non possono sostituire tout-court l’esperienza reale in presenza, nella quale è possibile vivere anche tutti gli aspetti di dinamiche relazionali e legati alle soft skills.
Sicuramente in alcune situazioni specifiche, come ad esempio nella formazione tecnica in ambienti ostili o per le fasi di training iniziale dei neoassunti, questi ambienti di apprendimento virtuale possono fornire un grande contributo, anche per l’ottimizzazione dei costi.
Il ruolo di Izidoo è di effettuare la valutazione e la scelta più indicata in funzione degli obiettivi di apprendimento dati, curando la progettazione di un ambiente creato appositamente per aumentare l’impatto delle informazioni del sistema di apprendimento.
Pensiamo per esempio alle fasi di onboarding in azienda, in cui è possibile “far vivere” al neo-assunto un’esperienza introduttiva ma estremamente efficace a proposito degli spazi fisici del luogo di lavoro, con tanto di indicazioni sulle procedure di sicurezza da applicare in caso di emergenza e la possibilità di verificare l’apprendimento in tempo reale grazie a test svolti all’interno dell’ambiente simulato.
Anche grazie alle relazioni costruite all’ultimo Learning Technologies UK, siamo in contatto con i principali player europei per la realizzazione di progetti dedicati e individuare la soluzione tecnologica più indicata alle necessità di ciascun progetto.